Operazione della Direzione Distrettuale Antimafia a S. Severo. Trovate armi e munizioni. Sospeso poliziotto che era venuto a conoscenza di una notizia di reato

L’accusa mossa dalla Direzione Distrettuale Antimafia, a vario titolo per gli indagati, è di detenzione e porto illegale di armi da fuoco aggravato dal metodo mafioso, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e favoreggiamento personale. Il poliziotto coinvolto, un Vice Sovrintendente del Comando Polizia Locale di San Severo, non avrebbe denunciato una notizia di reato. Infatti, gli investigatori hanno rilevato l’esistenza di uno stretto rapporto tra uno dei soggetti coinvolti ed il poliziotto, al quale il primo aveva confidato che un proprio stretto congiunto deteneva illegalmente un’arma da fuoco. Al pubblico ufficiale è stata, al momento, applicata la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per aver omesso di denunciare il fatto all’Autorità Giudiziaria e ponendo in essere una condotta di favoreggiamento personale. Ma entriamo più nel dettaglio della vicenda. Le indagini sono partite da due gravissimi fatti di sangue, il primo il 12 luglio 2021 quando fu ucciso Matteo Anastasio e ferito il nipote di 6 anni durante i festeggiamenti per la vittoria agli Europei di calcio ed il secondo con l’omicidio di Luigi Ermanno Bonaventura il 14 agosto dello stesso anno. Durante le attività investigative, in seguito agli omicidi, sarebbe emersa la disponibilità da parte degli stessi indagati di armi da fuoco, le quali venivano detenute illegalmente e portate frequentemente in luoghi pubblici, alla presenza di più persone e in un contesto di guerra criminale armata che era emersa dopo gli agguati mortali. Durante la fase di esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate diverse perquisizioni che hanno permesso di rinvenire numerosi involucri, ben occultati, contenenti diverse armi e munizioni.