Quando il silenzio (di Canonico) può valere oro. Ma quale futuro si prepara?

Quando il silenzio (di Canonico) può valere oro. Ma quale futuro si prepara?

Da quando e’ arrivato Delio Rossi a Foggia e sono passate tre settimane, di Nicola Canonico non si hanno piu’ notizie, sembra improvvisamente essere sparito dai radar della comunicazione.

L’ennesimo episodio accaduto domenica scorsa sul terreno di gioco di Troia che ha visto protagonista la squadra di calcio femminile under 17 e’ l’ultima brutta figura di una lunga serie che riguardano la proprieta’ e chi la gestisce.
Allora ci chiediamo, dopo questi quasi 22 mesi di acrobatica conduzione societaria da parte di Nicola Canonico, per quanto tempo ancora dovremo sopportare questo pressapochismo?
Il motivo del momentaneo eclissarsi del patron del Foggia potrebbe essere legato anche a questioni personali e che nulla hanno a che fare con il calcio? Ci potrebbero essere anche altri di motivi, magari legati alla squadra di calcio e purtroppo quello piu’ grave fa riferimento alla gestione della societa’ e riguarda in maniera determinante la (presunta) situazione negativa creatasi che e’ da ascriversi ad alcuni fattori incofutabili.
Primo fra tutti la condotta non all’altezza della situazione che ha caratterizzato queste due stagioni.
Altri esempi, che sono sotto gli occhi di tutti, sono la mancanza di un progetto “continuativo”, di un programma serio a breve o a medio termine, diversi debiti a bilancio, varie insolvenze, diversi decreti ingiuntivi e alcuni contratti biennali molto onerosi per la Lega Pro fatti firmare a calciatori ormai sul viale del tramonto.
Ora se qualche gruppo industriale o fondo italiano ed estero oppure un imprenditore con l’aureola sulla testa dovesse decidere, ora come ora, di avvicinarsi al Foggia vista la situazione che viene fuori dall’analisi attenta dei freddi numeri che non possono essere smentiti, prima di tutto avrebbe il diritto di chiedere di non sborsare nemmeno un euro per mettersi sullo scranno piu’ alto della societa’ rossonera. Ma se mai ci dovesse essere qualcuno che avra’ voglia di insediarsi al timone del Calcio Foggia 1920, al momento un sodalizio con una situazione societaria non del tutto definita (pendemza cin la Pintus), dovra’ farsi il segno della croce e caricarsi sul groppone l’onere di saldare prima tutti i debiti, compresi quelli spalmati fino al 2026 e poi essere pronto a costruire, come hanno fatto negli ultimi tre campionati il Bari, il Palermo e il Catanzaro, una squadra pronta per il ritorno in serie B, mettendo mano seriamente e in maniera cospicua al proprio portafoglio sapendo da subito, se la matematica non e’ un opinione, che ci vorranno circa dai 10 ai 12 milioni di euro, che non sono certo bruscolini.
Infatti, una legge economica, spesso evocata dagli esperti di finanza, afferma che “per fare soldi e raggiungere obiettivi e risultati devi spendere e investire bene i tuoi soldi”.
Se Canonico arriverà ad abdicare, dal giorno dopo per chi subentrera’, ci sara’tanto da fare sia per risanare economicamente le casse rossonere ma, soprattutto, avra’ l’arduo ma non impossibile compito di mettere a regime in maniera incontrovertibile l’organigramma societario che in questi due anni ha visto alternarsi 11 tra Dirigenti, Direttori Generali e Amministratori Delegati in capo al CdA del Calcio Foggia 1920 (Pintus, Pelusi, Masi, Angiolino, De Cosmo,Milillo, Carbotti, Todaro e Ingravallo oltre allo stesso Nicola Canonico e il figlio) 6 allenatori (Zeman, Boscaglia, Gentile, Gallo, Somma e Delio Rossi) 4 direttori sportivi (Pavone , Belviso, Lauriola e Sapio, anche lui eclissatosi dopo l’arrivo di Rossi) piu’ un consigliere “invisibile” che parla all’orecchio del “proprietario” ma soprattutto si dovra’ attuare quella ristrutturazione dell’intero organo manageriale facendo riferimento allo piramide gerarchica di “Maslow” per inserire ai vertici societari figure serie, professionali. Poi, non meno importante, si dovranno scegliere per l’area tecnica, un direttore sportivo di alto livello ( Es: uno come Peppino Pavone ), un allenatore di provata esperienza, qualificato e vincente ( Es: Delio Rossi gia’ sotto contratto fino al 2024) ma anche uno staff tecnico di grande spessore e preparato, in grado di poter predisporre fin dal ritiro una squadra pronta ad affrontare un campionato di vertice cosi’ da puntare diritti verso la serie B.
Il Foggia che e’ una squadra dalla storia e dal blasone consolidato nel tempo, deve avere nel proprio Dna come obiettivo primario, a cominciare dalla prossima stagione, la volonta’, la determinazione e la forza di puntare molto in alto senza piu’ dover subire azioni non costruttive,  che rischiano di umiliare prima di tutto i “nostri” tifosi che amano questa maglia Centenaria che sembra non trovare pace.

Bruno Arcano

Redazione