Evitare errori e giocare concentrati. A Picerno per non sbagliare.

Il Foggia lavora alla trasferta lucana con il Picerno di sabato prossimo nel tentativo di dare continuità al processo di crescita della formazione ma soprattutto ai risultati. Non sarà facile contro un avversario ostico che in classifica è dietro il Foggia di sole due lunghezze a quindici punti frutto di quattro vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte. Una delle formazioni che ha segnato meno, appena nove gol, ma subìto anche poco solo undici reti al passivo. I rossoblù sono reduci dall’ottimo pareggio in trasferta a Campobasso e tra le mura amiche hanno disputato cinque incontri vincendone due (con Messina e Monterosi), pareggiandone una e uscendo sconfitti in due circostanze con Bari e Catania. Si giocherà al “Donato Curcio” sabato pomeriggio alle ore 17,30. Non giungono buone notizie dall’infermeria rossonera con Merola che dovrà rimanere fermo per almeno un mese dopo l’infortunio muscolare patito domenica scorsa nel match con il Taranto. Di Pasquale ha riportato una ferita alla testa che è stata suturata con dieci punti ma era in condizioni fisiche precarie al momento dell’uscita dal terreno di gioco. Nicoletti e Di Grazia ne avranno ancora per una decina di giorni e si tenterà di recuperarli per la prossima gara interna con la Paganese. Merkaj dovrebbe recuperare per la trasferta in terra lucana di sabato dopo aver saltato qualche seduta di allenamento dopo il derby di Bari per qualche problema fisico. Stesso discorso per Pietro Martino uscito anzitempo nel derby col Taranto per qualche problemino fisico che sarà valutato nei prossimi giorni dallo staff sanitario del Calcio Foggia 1920. Questo il quadro a quattro giorni dall’impegno con il Picerno che non fa dormire sogni tranquilli al tecnico boemo già alle prese con i soliti problemi atavici di questo gruppo che, pur creando tanto nell’arco dei novanta minuti, non riesce ad arrivare in area di rigore così come vorrebbe mister Zeman. Per portare a casa il risultato pieno non è sufficiente avere il maggior possesso palla, creare diverse palle gol, se poi negli ultimi sedici metri non sei cinico e capace di sfruttare le occasioni che si presentano. Un Foggia, insomma, poco zemaniano se si fanno paralleli con i campionati del passato con il boemo in panca dove si era abituati a match ricchi di gol e dove le formazioni da lui allenate, a volte, uscivano sconfitte dal campo ma tra gli applausi. Altro aspetto che non soddisfa Zeman è la manovra che continua ad essere a volte troppo lenta e presta il fianco alle ripartenze degli avversari, in presenza di errori anche elementari, che spesso sono sfociati in segnature da parte degli avversari. Aspetti che ci si augura di non dover commentare più il che vorrà dire che il Foggia, già dalla prossima gara di Campionato, avrà espresso un calcio diverso e più vicino alle idee di Zdenek Zeman.

Redazione